Powered by Clape.eu

19 May 2024
titolo legami

Le idee e le culture dell'emigrazione

Direttore: Lucio Gregoretti

Il giramondo

Archetipi

Nel 1974 Haiti visse un momento di popolarità legato allo sport: si qualificò per il mondiale di calcio. Artefice del miracolo fu Ettore Trevisan.

di PAOLO POSARELLI

Ettore Trevisan, triestino classe 1929, giramondo che ama intensamente il football. È stato sicuramente uno dei precursori degli allenatori italiani ad emigrare e cercare fortuna in terra straniera. Iniziò il suo peregrinare in terra ellenica chiamato dai dirigenti dell’Ethnikos Pireo, per proseguire la sua mission calcistica in altre realtà della Grecia, guidando di seguito l’Olimpiakos, il Volos e l’Aris Salonicco. Ma nella sua storia rimane scolpita l’avventura al timone della nazionale di Haiti. Quella nazionale che riuscì a far tremare la nazionale Italiana ai mondiali di Germania 1974.

La storia ha questi sviluppi: in prospettiva dei mondiali tedeschi la Federazione haitiana ricerca un selezionatore per la nazionale, che deve affrontare il torneo di qualificazione, e si rivolge alla F.I.G.C. La Federazione Italiana, vista la richiesta, propone il professionista che ritengono perfetto per questa missione e l’allenatore giusto è Ettore Trevisan. Lui senza pensare un attimo accetta la sfida.

Ettore Trevisan con Sanon e Vorbe

ETTORE TREVISAN. Ettore Trevisan assieme ai due migliori talenti haitiani: Sanon e Vorbe.

 

 L’isola di Haiti in quel momento è soggiogata dal dittatore Jean Claude Duvallier. Il regime pensava che ottenere la qualificazione poteva essere un’ottima forma di propaganda. Era un paese in bianco e nero, dove il lusso sfrenato si contrapponeva a un popolo che combatteva ogni giorno alla sopravvivenza. Ettore si trovava quotidianamente ad inventarsi un modus operandi in questo disagio, trovandosi davanti dei calciatori stanchi e denutriti.

E alla nazionale di Haiti, grazie alla pazienza e alla saggezza del tecnico triestino, alle reti di Sanon, che veniva definito il Gigi Riva con il piede destro, alle parate di Francillon e condite da qualche favore arbitrale, riesce il miracolo: Haiti conquista la qualificazione ai Mondiali di Germania 1974.

Però la sua storia ad Haiti termina anticipatamente, con l’esonero determinato dal presidente dello stato, “Baby Doc” Duvallier, che non ha mai perdonato un’intervista di Trevisan a un quotidiano italiano, che metteva a nudo una realtà dove il potere si assurgeva la qualificazione mondiale grazie alla magia nera del dittatore e non alle idee, alla tattica e al grande lavoro del suo progetto.

La sua è la vera storia di un eroe che dal calcio ha sicuramente ricevuto meno di quanto spettasse. Ettore Trevisan ci ha lasciati il 12 novembre 2020. 

La nazionale di Haiti qualificata ai Campionati del Mondo di Monaco 1974

ETTORE TREVISAN. La squadra di Haiti allenata da Ettore Trevisan ai Campionati del Mondo di Monaco 1974.

 

Così feci sognare Haiti

 

Il portiere della nazionale ai Mondiali del 1974, Dino Zoff non dimenticherà mai il gol di Sanon che interruppe la sua storica imbattibilità. E se Haiti ci fece tanta paura, il merito fu proprio di un tecnico italiano che riuscì nell’inedita – e mai più ripetuta finora – impresa di portare quella Nazionale centramericana ai campionati mondiali. Quel tecnico si chiamava Ettore Trevisan (Trieste 1929-2020), ed era stato giocatore di decoroso livello. Suo fratello Memo – Memo Trevisan – dopo i trascorsi di giocatore concluse la carriera come membro dello staff azzurro, detenendo fino agli anni settanta il titolo di vice Bearzot.

Così, nel 1986, da Ettore Trevisan ha rievocato quell’avventura: “Quando ci qualificammo per Monaco e Stoccarda, il Paese impazzì di gioia. Il presidente Duvalier, che per la verità era assai poco appassionato di calcio, preferendo dedicare le sue attenzioni all’automobilismo, ci ricevette dapprima nella sua villa e poi ci offrì una notte di follie in un night alla moda. Molti mi dissero che quell’impresa avrebbe restituito al regime – secondo alcuni già traballante – parecchi anni di vita. E così fu.”

 

Sanon batte Dino Zoff a Monaco 1974

ETTORE TREVISAN. Il calciatore Sanon dopo aver bruciato Spinosi realizza l’impresa di battere Dino Zoff.

 

“Ma, per me, le sorprese spiacevoli dovevano ancora cominciare. Alla vigilia della partenza, infatti, quando già avevo programmato tutta la tournée di preparazione (che doveva iniziare dalla Grecia, proseguire a Dubrovnik e finire con quattro amichevoli in Italia con Udinese, Triestina, Fiorentina e Lazio), mi venne dapprima detto che il segretario della Federcalcio – mio amico ed estimatore – si era dovuto dimettere per… una malattia agli occhi e, quindi, mi venne fatto sapere che la spedizione europea sarebbe stata gestita da un tecnico haitiano. Ovviamente non mi fu consentito di replicare: anzi, mi venne fatto capire che ogni mia reazione od opposizione sarebbe stata – come dire – fuori posto. E così mi tirai in disparte, vedendo letteralmente gettare a mare il gioiello che avevo costruito con tanto amore.”

“La preparazione per i Mondiali fu disastrosa. La squadra venne portata in posti freddi e umidi del Belgio e della Francia. Io andai a far visita ai ‘miei’ giocatori a Vichy, per portare a due di loro l’offerta di ingaggio del Monaco e raccolsi lamentele e confidenze: ‘Lei sa quanto ci piacciano le donne – mi disse uno, grande estimatore, come tutti gli haitiani del ‘libero amore’ – da tante settimane, invece, siamo costretti a ‘digiunare’, in località dove veniamo solo derisi“.

“In pochissimo tempo tutto il mio lavoro venne vanificato: già alla seconda partita del Mondiale la squadra subì sette gol dalla Polonia. La loro unica consolazione fu quella di venir eliminati… assieme all’Italia. Alcuni atleti come Francillon e Sanon trovarono buoni ingaggi in Europa: altri riuscirono e trasferirsi negli Stati Uniti. Ma, fondamentalmente, il bel sogno – soffocato dall’incredibile disordine sociale, dalla presuntuosa mancanza d’organizzazione e da un corrotto concetto di ‘propaganda’ politica – svanì immediatamente.’

“L’unico che ci guadagnò, come ho detto, fu forse ‘Baby Doc’ che, approfittando dell’ubriacatura popolare di quell’illusione, continuò a protrarre la sua già fragile dittatura. Me lo ha raccontato il mio amico della Federazione che, nel frattempo, ha perfettamente riacquistato l’uso… della vista: più per merito della rivoluzione che del collirio.”

 

 

Pasolini, il viaggio magico nel Friuli e nell’Adriatico

Cent'anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, 1922 - 2022.di LUCIO GREGORETTIPier Paolo Pasolini nasce il 5 marzo 1922, un anno destinato a lasciare un’impronta importante nella storia, a partire dalla presa del potere di Stalin e dalla marcia su Roma, il 28 di...

La spada e la croce: il vecchio Friuli e la Chiesa.

I rapporti tra governi e istituzioni civili con la Chiesa di Roma nel periodo medioevale e il ruolo del patriarcato di Aquileia, centro della vita religiosa del Friuli.di JACK DEGANOÈ di naturale interesse leggere articoli e storie riguardanti personalità friulane che...

Quella villa dell’ultimo doge

L’edificio, iniziato nel Seicento, fu completato nei primi decenni del secolo seguente. Rieccheggia la palladiana con influenze rococò.di GIORGIO PACORLudovico Manin nacque il 14 maggio 1725. È stato il 120° e ultimo doge della Repubblica di Venezia, dal 9 marzo 1789...

Mušič, il viaggio della vita

La straordinaria avventura artistica e umana di Zoran Mušič, che seppe raccontare i sentimenti e le proprie emozioni da Marco Polo agli orrori di Dakau.di LUCIO GREGORETTIZoran Mušič "Dipingo per me, perché lo devo fare. Per me è un po’ come respirare. Se mi...

Omaggio a Tomizza

Sono passati trent’anni da quando Fulvio Tomizza venne premiato nella selezione del Campiello con “I rapporti colpevoli”. Giacomo Scotti ricorda il grande autore.di GIACOMO SCOTTIConobbi Fulvio Tomizza quand'era giovane e stava a Capodistria, giornalista. Lo rividi...

(Ri)partire

Il Rapporto Italiani nel Mondo redatto dalla Fondazione Migrantes è la miglior guida per conoscere la realtà degli italiani all’estero, ricco di inaspettate sfaccettature e sorprese.Fra le tanti pubblicazioni e libri che raccontano le nuove emigrazioni dei tempi...

Marcinelle / Per non dimenticare

  Marcinelle: il dovere della memoria   L’Associazione Clape nel Mondo ha rinnovato l’omaggio alle vittime della tragedia di Marcinelle. È stato un anniversario fra i più struggenti degli ultimi anni, per la presenza del Coro degli Alpini di Cividale che ha...

Fare sistema

Nuove opportunità economiche negli Stati Uniti.di RADA ORESCANINC'è un modo importante per valorizzare la presenza dei corregionali e dei connazionali che vivono all’estero: quello che promuove le relazioni economiche e che, quindi, in un quadro di reciprocità può...

I mosaici del Friuli all’Istituto italiano di cultura a New York

L’omaggio al lavoro italiano da Fedriga e Roberti, all’Istituto Italiano di Cultura.L'assessore regionale alle Autonomie Locali, Pierpaolo Roberti, ha inaugurato l’esposizione dei mosaicisti friulani Stefano Miotto e Giovanni Travisanutto, allestita all'interno...

Segni e sogni dell’emigrazione. Sogni e segni della vita.

Il sogno e la speranza ha accompagnato il viaggio di tanti italiani alla ricerca di una nuova vita. Ma è Carl Gustav Jung...di LIA SILVIA GREGORETTISegni e sogni dell’emigrazione: è il titolo di un’opera multimediale del 2009. I segni esprimono la valenza del migrare...