di Isabella Crimini
Una friulana nella capitale austriaca: io, qui, imparo ogni giorno e mi metto alla prova e mi piace!
Ricordo la mia prima impressione di Vienna: i miei occhi sgranati, credo proprio che luccicassero come quelli dei bambini! Era il 2003 in occasione di un viaggio per andare a trovare un’amica di Udine che era qui per un’esperienza lavorativa.
Ero giovane e la bella città austriaca allora non era compresa nei miei programmi sul futuro.
La vita però segue percorsi spesso inaspettati e dunque eccomi qui, da ormai 17 anni: una friulana, felice, a Vienna. La cosa eccezionale è che quella prima impressione è viva in me e trova costante conferma quando scopro angoli nuovi della città, percorro strade a me ancora sconosciute, scendo a fermate della metro differenti oppure nelle corse quotidiane alzo semplicemente gli occhi!
Così tra me e me esclamo: “Noch immer!” (ancora)che corrisponde a un impegno per il mio futuro.
Vienna è una città che incanta per bellezza, monumentalità ed eleganza e che sorprende per offerta, organizzazione e funzionalità!
L’ho scoperta così da giovane donna trasferita qui per avviare una sua carriera professionale e lo confermo ora che sono mamma e che qui ho deciso di far crescere mio figlio.
L’Italia mi manca: Udine, la città dove ho trascorso la mia infanzia e giovinezza è vicina e vi trascorro periodi di vacanza; i rapporti con gli amici italiani sono vivi grazie ai mezzi digitali che annullano le distanze; le notizie da oltreconfine oggi sono immediate e facili da reperire; poi c’è il mio lavoro! Come insegnante di lingua italiana presso la Società Dante Alighieri incontro un pubblico di “italofili” che con interesse e passione guardano alla cucina, alla moda, all’arte, al vivere del Bel Paese e che mi sollecitano a raccontare, ad approfondire, ad analizzare aspetti che in Italia difficilmente avevo così apprezzato. I miei studenti, con la loro curiosità, mi fanno sentire orgogliosa di essere italiana, così al mio ruolo di docente, attenta a spiegare le noiose regole grammaticali, si affianca quello di ambasciatrice e promotrice del mio Friuli, della mia Italia.
Eppure anche io, qui, imparo ogni giorno e mi metto alla prova (in particolare con la lingua tedesca!): imparo dai miei studenti, di ogni età, a conoscere luoghi insoliti, a frequentare musei e locali, a partecipare a eventi, ad assaggiare piatti tradizionali, a seguire il calendario delle feste… Imparo come si vive a Vienna e mi piace!
Nel mio lavoro la relazione è fondamentale e così lo scambio si fa emozionante, arricchente, a volte anche critico, ma sempre proficuo: un dialogo interculturale che rappresenta l’integrazione in uno spazio riconosciuto come Europa.
Poi c’è il riconoscimento: anche quello mi fa sentire a casa in una grande capitale come è Vienna. Il riconoscimento delle capacità, dell’espressione, della genialità dei miei conterranei: leggo nomi di italiani nei musei, nelle sale da concerto, in biblioteche, lo leggo perfino in metropolitana quando mi imbatto nel mosaico (Fermata Volkstheater della linea U3) realizzato da maestri friulani, maestri assoluti di quest’arte.
Sono grata a questa città di avermi accolto, di avermi dato l’opportunità di affermarmi nel lavoro e nella vita, di offrirmi ogni giorno nuove possibilità di crescita: insegnare italiano con dedizione ed entusiasmo è il mio, silenzioso ma accorato, modo di ricambiare.
